Opera unica, un dipinto realizzato dalla pittrice Velda Ponti (1934-2020).
Velda Ponti è nata nel 1934 a Faenza, Emilia Romagna, Italia.
Sin da bambina è stata un'attenta osservatrice delle bellezze della natura, vi si è sempre posta di fronte in modo contemplativo seppur critico, spinta dal desiderio di interpretarla.
Ancora bambina subisce le violente impressioni della guerra al termine della quale, a soli 14 anni, si iscrive alla scuola di pittura e scultura di Francesco Nonni per apprendere le tecniche, prevalentemente pittoriche, che le serviranno per esprimere l'angoscia e la violenza nel suo ciclo "naturalistico" che proseguirà per diversi anni, dalla metamorfosi dei vegetali in animali terrificanti, all'ingrandimento dei dettagli che portano a un gigantismo brutale, quasi senza speranza.
Dagli anni Cinquanta hai cominciato a frequentare grandi mostre: la Biennale di Venezia, la Quadriennale di Roma, ecc.
È colpita dalle opere di Pollock, Wols, Appel, De Kooning, Vedova e Fontana e le giustappone ai suoi precedenti punti di riferimento, Piero della Francesca, Paolo Uccello, Bosch e Michelangelo.
Nello stesso periodo conosce i faentini Angelo Biancini, Carlo Zauli, Giovanni Romagnoli; sebbene contrastanti tra loro, da ciascuno trae stimoli per la composizione, l'eleganza formale e il cromatismo.
Nel 1964 sposa lo scultore e ceramista Walter Bartoli e nel 1968 si trasferisce a Brisighella.
Sempre nel 1968 conosce Sergio Vacchi e Mattia Moreni e quest'ultimo è il suo incontro più importante per la sua formazione pittorica che prende forma.
Il suo primo ciclo pittorico significativo risale al 1969-1973.
La sua ispirazione originaria è legata all'espressionismo e alla concezione di un'arte naturale e spontanea: in seguito abbandona gradualmente l'influenza espressionista, senza perdere il piacere per i colori, la semplicità e l'ironia.
Nel 1977 incontra Franco Gentilini, nel cui mondo onirico si riconosce.
Dagli incontri sempre più frequenti con Mattia Moreni trae stimoli e nell'83 inizia una collaborazione continua che interrompe nel novembre 1985, per divergenze in un contesto culturale teso, quello di Velda Ponti, sempre più alla ricerca della propria identità.
Tra i suoi diretti interlocutori: Mattia Moreni e il gruppo Cobra di Karel Appel e Asger Jorn.
In oltre cinquant'anni di pittura ha attraversato diversi periodi: come "Paesaggi", "Ritratti", "Bambole".
Con il ciclo "Forse sono Labbra" (2000) l'immagine di lei si avvicina alla fisionomia umana e in "Coperte" (2001-2002) si scoprono le immagini e si iniziano a leggere nuove forme come farfalle e volti.
Dal 2003 al 2005 la ricerca di Velda Ponti prosegue con i cicli "Fiori per Bandiera", "Meglio le Bambole", "Esseri senza Nome".
Inizia la sua carriera espositiva nel 1957 e da allora espone ininterrottamente soprattutto in Emilia Romagna, Toscana, Roma e Madrid.
Presente alle principali collettive nazionali, numerose sono le mostre personali a lei dedicate.
Le principali a Cesena nel 1988 a cura di Marisa Zattini e a Roma nel 1999 con la presentazione di Alberto Fiz.
Calo Polgrossi ha curato "La Corsa degli Eroi" a Brisighella nel 2009 e nel 2015 a Bagnacavallo, mentre Giuseppe Masetti e Daniele Serafini hanno curato "Fiori del Deserto" a Lugo di Romagna nel 2011.
Velda Ponti si è spenta il 22 dicembre 2020, all'età di 86 anni, a Brisighella.
L'opera è accompagnata da autentica degli eredi e dal nostro certificato di autenticità, completo di foto, descrizione, anno e misure.
Autore: Velda Ponti
Titolo: Non è Quello che Sembra
Anno: 2008
Tecnica: Acrilico su tela
Dimensioni in cm: 170 x 160
Firme, marchi, origine: Firmato al verso
Condizioni: Molto buone
Cod. A1177
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